Nascita del cinema

I favolosi anni ’60

Nel corso della prima metà del 1900, artisti, registi, attori e produttori americani e non solo rendono Los Angeles e gli Stati Uniti la patria del cinema contemporaneo, originando quella fama che ancora oggi è pressoché intatta. È grazie alla loro creatività che le pellicole si fanno sempre più complesse e variegate rispetto agli esordi documentaristici e comici, anche se finiscono in breve per restare chiuse nella rigidità del codice morale imposto dalle case di produzione.

È così che negli anni ’60 si fa strada il “New Cinema”, lasciandosi dietro le costrizioni moralistiche della vecchia Hollywood attraverso uno stile critico e pungente. Stanley Kubrick è uno dei registi di maggior successo in questo ambito. Finalmente le pellicole hollywoodiane possono permettersi di mettere in discussione gli Stati Uniti, andando a sposare le esigenze delle nuove generazioni pacifiste e le richieste dei movimenti di protesta.

La nascita della Nouvelle Vague

In Europa, la risposta al mondo obsoleto arriva in Francia dalla Nouvelle Vague, un movimento cinematografico promosso da artisti giovani e all’avanguardia che desiderano scrollarsi di dosso l’ipocrisia della vecchia generazione per abbracciare la nuova cultura emergente. Saranno Jean-Luc Godard e François Truffaut, fra gli altri, a farsi portavoce dei problemi quotidiani delle strade francesi, attingendo sotto molti aspetti dal Neorealismo italiano.

I film vengono girati con poche risorse finanziarie, in una critica crescente anche ai budget statunitensi, mostrando finalmente sullo schermo la vita presente con ambientazioni esterne, sceneggiature a canovaccio, attori non professionisti e uno stile fresco e diretto: “I 400 colpi” è in questo senso il film più rappresentativo del genere.

Anche dall’altro lato dell’Europa il cinema è in fermento: dalla Russia emerge il talento di Andrej Tarkovskij, regista di capolavori assoluti come “Stalker” e “Lo specchio”.